Black Widow, la Vedova Nera, alias Natasha Romanoff (Scarlett Johansson). Dopo Captain America: Civil War, Natasha decide di tornare alle radici. Qual è il suo passato? Chi o cosa si è lasciata alle spalle? Chi l’ha resa una spia d’acciaio? Black Widow deve affrontare Il lato oscuro delle sue molte vite, andare nel cuore di tenebra del suo passato per affrontare il futuro di Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame.
Black Widow come James Bond
Diretto da Cate Shortland e sceneggiato da Eric Pearson, il film numero 24 del Marvel Cinematic Universe, è uno stand-alone, un film tutto su un personaggio. Ma siccome prodiuce Marvel/Disney, anche questa produzione deve contenere in sé i germi per future storie.
Così accanto a Natasha Romanoff campeggiano anche Alexei Shostakov/Red Guardian (David Harbour, il cui fanfaronesco personaggio ricorda Superciuk), Melina Vostokoff (Rachel Weisz) e una problematica sorella minore, Yelena Belova (Florence Pugh).
Black Widow tuttavia più che un film di superoei Marvel sembra un film di superspie alla 007 (con elementi che richiamano la saga di Mission: Impossible). Non a caso nel suo rifugio Natasha guarda sullo schermo del pc (segno dei tempi) La spia che mi amava.
A parte le battute nonsense che per contratto devono comparire nei film Marvel, il film della Shortland ricorda proprio i Bond di Roger Moore. Quinidi, ambientazioni in giro per il mondo. Molti gadget. Un super cattivo con un super assistente pressoché indistruttibile. Plot abbastanza piatti.
Il problema è che chi ha già visto gli altri film del MCU, quelli che in linea teorica si svolgono dopo Black Widow, sa già cosa succederà. Chi non li conoscesse potrà invece godersi un film come sempre ineccepibile dal punto di vista tecnico.
P.S. Altro segno dei tempi: Black Widow tra qualche giorno sarà disponibile anche su Disney+ (con Accesso Vip). Inutile dire che è meglio vederlo al cinema.