La trappola che dù il titolo al romanzo di Melanie Raabe (Corbaccio, pp.336, euro 16,40, traduzione di Leonella Basiglini) è quella che Linda Conrads, una scrittrice di successo, tende al presunto assassino di sua sorella.
Un evento traumatico che da undici anni costringe Linda a rimanere rinchiusa nella sua casa sul lago.
Il cuore di questo thriller – se vi piace potete definirlo psicothriller (un’etichetta editoriale che nata da qualche anno già rischia l’inflazione) – è l’incontro tra Linda e l’uomo che secondo lei ha ucciso Anna, la sorella.
Un confronto serrato, dialettico, che si svolge nella casa di Linda e ricorda le trappole linguistiche di Harold Pinter o Insospettabili di Anthony Shaffer, ma anche i film di Roman Polanski.
Uno snodo narrativo che è anche una scelta stilistica: nell’opera prima della Raabe, nata in Germania, a Jena, nel 1981, i particolari truculenti sono ridotti al minimo, a vantaggio di una struttura che alterna il racconto in prima persona (a parlare è Linda, il cui cognome ricorda curiosamente quello di Joseph Conrad) e brani dal romanzo pubblicato dalla Conrads, dove racconta sotto mentite spoglie la morte della sorella e la caccia al suo assassino.
Un esordio sicuramente interessante.

